Il cibo a New York - Tutta la (mia) verità


 Amo sperimentare cibi nuovi, sono sempre attratta dalle tradizioni culinarie dei posti che visito, perché sono golosa ed è un ottimo modo di immergersi appieno nella cultura dei luoghi. New York è una città vastissima, nella quale convivono diverse culture e si possono trovare cibi di ogni genere, ma il suo panorama gastronomico è un po’ limitato rispetto a quello di molte altre città, anche di dimensioni decisamente più ridotte, che ho frequentato. Durante i mesi trascorsi qui ho avuto occasione di provare di tutto un po’ e, anche se andrò contro corrente, senza dire di esserne rimasta delusa, devo ammettere di non esserne nemmeno rimasta entusiasta, avevo aspettative elevate che non sono state del tutto soddisfatte. 

Cucina italiana: i ristoranti italiani sono davvero diffusissimi, ma subiscono quasi sempre influenze americaneggianti; trovare un menù veracemente italiano dalla A alla Z è difficile e, anche se non ne perde il gusto perché ho provato piatti molto buoni,  si tratta semplice di cose diverse. Cipriani e Cecconi (entrambi hanno diverse sedi in città) propongono una cucina abbastanza italiana, ma a mio avviso hanno prezzi totalmente sproporzionati rispetto a ciò che offrono.


Pizza: la pizza si trova ovunque, ma che sia buona è un altro discorso. Se si è affamati e si vuole preservare il portafogli non sarà difficile trovare una fetta di pizza take away a poco più di 1 dollaro: sottile, molliccia, con condimenti di bassissima qualità e riscaldata. Per fortuna ci sono anche  pizze degne di questo nome, come quella cotta al carbone di Grimaldi, a Brooklyn e quella siciliana di Filaga, al Chelsea Market. Per chi non lo sapesse, la diffusissima pizza pepperoni non ha un condimento ai peperoni, bensì a base di un salame made in USA dal gusto leggermente piccante e affumicato di colore rosso vivo. 


Hot dog: un grande classico newyorkese, tipico street food venduto dagli ambulanti ad ogni angolo delle strade. Impossibile pensare di venire a New York per la prima volta senza gustare un hot dog, magari seduti su una panchina a Central Park. Preparatevi ad una delusione, perché le salsicce sono piccole, insapori e l’unico modo per renderle vagamente accattivanti è riempirle di salse e condimenti, ma allora tanto vale spalmare un po’ di senape su un pezzo di pane. Ho provato anche i blasonati hot dog di Nathan’s Famous a Coney Island, ma purtroppo non è andata meglio, invece ho apprezzato l’hot dog di Le Pain Quotidien.



Bagel: la ciambella salata con il buco al centro originaria della cucina ebraica, prima bollita e poi cotta al forno, semplice o cosparsa di semi in superficie e poi farcita, nel modo più tradizionale, con formaggio spalmabile, o con altri mille ingredienti diversi. In città ci sono un infinità di posti in cui trovare i bagels, mi sono piaciuti quelli di Zucker’s (ha diverse sedi), farciture molto varie, a base di ingredienti di buona qualità e ben equilibrati nelle proporzioni. Sopravvalutati quelli di Russ & Daughters, dove il pesce affumicato è eccellente, ma il suo sapore viene totalmente sovrastato da una quantità eccessiva di formaggio spalmabile. Da urlo quelli di Barney Greengrass dove le materie prime sono al top e le proporzioni semplicemente perfette.


Pastrami: punta di petto di manzo marinata e cotta, originaria della Romania, diventata famosa a New York servita come sandwich; il pane viene semplicemente spalmato di senape e poi farcito con un generoso strato di pastrami affettato più o meno sottilmente e di solito accompagnato da cetrioli in salamoia. Il sandwich al pastrami di Katz’s Delicatessen, sulla Houston, nel Lower East Side è una leggenda, la carne è morbida, succosa e saporita ma fatico a considerarlo un panino, perché lo strato di carne è talmente spesso che il pane praticamente scompare, in pratica potrebbero servire il pastrami affettato nel piatto lasciando il pane a parte. Anche in questo caso ho trovato più equilibrio da Barney Greengrass: la carne è ugualmente squisita ma più sottile e lo strato tra le fette di pane inferiore (non per questo scarso, anzi…) tanto da rendere il panino perfetto. Ho provato anche Eisenberg’s Sandwich Shop, un altro locale storico dove l’atmosfera old style è davvero molto newyorkese, lì il pastrami è arricchito con formaggio, insalata di cavolo, o addirittura aggiunto all’hamburger: il risultato è un panino discreto, ma la carne in sé non raggiunge i livelli dei locali summenzionati.



Hamburger: un’altra pietra miliare della cucina di New York che, per esprimersi al meglio, non ha bisogno di troppi fronzoli; carne e pane devono essere di ottima qualità, poi ogni aggiunta è superflua e ognuno avrà le proprie preferenze. Non spreco tempo a parlare di catene tipo Mc Donald che considero pessime e inavvicinabili, anche se i prezzi bassi sono allettanti; la catena Shake Shack, di origine newyorkese, è molto popolare, ha prezzi contenuti ma scarsa qualità, quindi non è il posto giusto per mangiare un hamburger degno di questo nome.  Provate il succoso hamburger di J.G. Melon (1291 3rd Ave.), locale aperto dal 1972, al cui interno si respira un aria familiare e accogliente (fila onnipresente e pagamento solo in contanti).


Lobster roll: originario del New England, questo panino al latte, farcito con aragosta, burro, sale, pepe e limone ha conquistato New York; lo si trova anche con farcitura al granchio o ai gamberi, a volte con aggiunta di insalata e maionese, è un cibo semplice, ma quando la materia prima è di alta qualità diventa sensazionale. Luke’s Lobster è piuttosto famoso (ha diverse sedi), i locali sono spartani, ma i panini deliziosi; ho provato un ottimo lobster roll anche alla Boat House di Central Park, abbondante e stracolmo di aragosta.


Dolci: i dolci americani sono davvero molto… dolci, è risaputo, e spesso non si adattano al gusto europeo, comunque ne ho assaggiati di squisiti. Tra i più tipici ci sono senz’altro la New York cheesecake, ricca e cremosa, i cookies, nella versione più classica con gocce di cioccolato, la pie, a seconda della stagione può avere diversi ripieni, personalmente adoro quella di ciliegie, ma anche con le mele ha il suo perché, poi ci sono i donuts, molto belli con le decorazioni colorate, ma non fanno per me, il brownie, super cioccolatoso, infine muffin e cupcake. Levain Bakery (ha diverse sedi) è famoso per i cookies, molto spessi (in pratica un biscotto è l’equivalente di una cena), ruvidi e croccanti all’esterno e morbidi all’interno, ma ho apprezzato anche di più il suo muffin ai mirtilli e la brioche con gocce di cioccolato; Dominique Hansel Bakery, noto per i cronut, ovvero un mix tra donut e croissant; Magnolia Bakery, ha dolci in vero stile americano, come anche Carlo’s Bakery (è la pasticceria del programma tv “Il Boss delle Torte”); mi piacciono anche i dolci del supermercato Whole Foods, la pie alle ciliegie è pazzesca e i cookies sono un ottimo accompagnamento per un tè casalingo; se lo stile americano avesse stancato c’è Ladurée, con la sua eccellente pasticceria francese, la sede a West Broadway ha anche un bel dehor ombreggiato, Eli Zabar (ha diverse sedi e format) con i dolci della tradizione ebraica e Breads Bakery (ha diverse sedi), forno e caffetteria israeliano del quale mi sono innamorata, la sua voce chocolate babka è da perdere la testa, ma bisogna provare tutto, sia dolce che salato.


Brunch: uno dei riti newyorkesi del sabato e della domenica, sarebbe una via di mezzo tra una colazione e un pranzo ma, visto quanto spopola, l’orario si è decisamente dilatato, arrivando comodamente fino a metà pomeriggio. Immancabili le uova, in mille versioni, poi la scelta può spaziare dal dolce al salato: pancake, insalate, sandwich, ogni locale ha le proprie proposte. Da provare il brunch da Lafayette (380 Lafayette St.), a NOHO, brasserie e forno che serve i piatti più classici della cucina francese, o da Saint Tropez (340 W 4th St.), nel West Village, altro ristorante francese che non disdegna però le influenze americane e, per un’esperienza in stile USA, c’è l’Empire Diner (210 10th Ave.), a Chelsea, una classica tavola calda con arredi Art Deco che rivisita i classici statunitensi.



Coffee to go: per immergersi veramente nell’atmosfera della città e sentirsi newyorkesi non si può prescindere dall’ avere sempre con sé una bevanda da sorseggiare camminando, il caffè nelle sue svariate declinazioni va per la maggiore, ma anche bevande fredde di ogni genere non sono insolite. Il mio posto preferito per il bibitone take away è Cha Cha Macha (ha diverse sedi) che, come dice il nome, propone principalmente bevande a base di tè matcha… attenzione, dà dipendenza😂.  


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