New York - Coney Island
Quello che in sostanza voglio dire in questo post è: “Non andate a Coney Island!”. Se siete in città per pochi giorni, non sprecate tempo prezioso, ma per quanto mi riguarda, nemmeno se avete parecchio tempo a disposizione ne vale la pena, perché è stata una totale delusione.
Dopo aver tanto letto e visto in numerosi film a proposito di Coney Island la curiosità era troppa, non potevo esimermi da una gita nella spiaggia tanto amata da Sandra Bullock in “Due settimane per innamorarsi”. Ho pensato: “Quale giornata meglio del 4 luglio, festa dell’ Indipendenza, per concedersi una passeggiata sulla spiaggia”… forse non è stata un’idea poi tanto geniale. Nel mio immaginario aspettavo di trovarmi in una graziosa e raccolta località balneare, certo sempre con quel tocco cittadino newyorkese, ma almeno un minimo di allure marinara mi sembrava d’obbligo, invece le uniche cose che ho trovato uscendo dalla metro sono state distese di palazzoni e tanta sporcizia. Per arrivare in spiaggia è sufficiente attraversare la Surf Avenue da cui si raggiunge la Riegelmann Boardwalk, la storica passerella in legno che costeggia la spiaggia da un lato e il luna park e l’acquario dall’altro. La passeggiata sulla Riegelmann Boardwalk fino al pontile, da cui scattare qualche foto con spiaggia e ruota panoramica sullo sfondo è stata l’unica cosa accettabile della giornata. Archiviata l’idea di approfittare del bagnasciuga per starmene un po’ al fresco in acqua, perché la spiaggia gremita e l’acqua marroncina erano decisamente poco invitanti, mi sono fatta coraggio e ho deciso di affrontare la lunga fila sotto il sole per provare il famoso hot dog di Nathan’s Famous, un’istituzione dagli inizi del ‘900, a detta di molti il migliore hot dog del mondo, be… per me una delusione colossale: salsiccia piccola, priva di gusto, condimenti dozzinali (se penso alle succulente salsicce bavaresi l’abisso è incolmabile), ho tentato con i gamberi fritti, ma ancora, gusto non pervenuto, inoltre i tavoli allestiti sono talmente sottodimensionati rispetto alla quantità di gente che trovare posto a sedere è davvero un miracolo. La restante offerta gastronomica non è migliore, una sfilza di fast food dove il fritto di mediocre qualità regna sovrano. Non restava che approfittare del luna park, ma con il rischio che il cibo assurdamente indigesto facesse brutti scherzi, meglio optare per una visita all’acquario o… riprendere la metro e tornarmene a casa. Forse troppo sole e troppa gente non mi hanno permesso di rendere giustizia al posto, ma fuori stagione lo immagino anche peggio, dal caos alla desolazione, dalla padella nella brace.
Commenti
Posta un commento