Una giornata a Verona


Piazza Erbe da Palazzo Maffei.


Verona ha un centro di dimensioni perfette per una gita in giornata, vivace, con una bella zona pedonale, non manca di interessanti attrazioni culturali e di spunti per lo shopping.


Cosa vedere


Piazza Erbe


Il principale accesso al centro cittadino sono i Portoni della Bra, con la torre pentagonale edificata per volere di Gian Galeazzo Visconti sulla quale spicca il grande orologio, regalato alla città dal conte Antonio Nogarola nel 1871, per il cui funzionamento definitivo si richiesero numerosi interventi durati fino al 1879.

Alla sinistra dei Portoni si trova il museo Lapidario Maffeiano, dal cui piano superiore si possono ammirare le merlature dei Portoni e Piazza Bra.


Piazza Bra. La più grande della città, con la sua zona verde al centro e i palazzi risalenti alle epoche del dominio veneziano e asburgico che le fanno da cornice è l’ingresso al centro storico pedonale. Affacciati sulla piazza si trovano numerosi bar e ristoranti: la location è stupenda, soprattutto prendendo posto nei tavoli nel dehor, ma è meglio considerarli solo per un aperitivo o uno spuntino, piuttosto che per un pasto vero e proprio.


Ala dell’Arena


Arena. Una delle attrazioni più note della città, eredità romana risalente all’età Giulio-Claudia (I sec. d. C.), terzo anfiteatro per grandezza giunto fino a noi, nonché uno dei meglio conservati, nonostante il triplice ordine di arcate sovrapposte sia andato distrutto nel 1183 a seguito di un terremoto. Le 72 doppie arcate in pietra formano un’ ellissi di 110 m di larghezza  per 40 m di lunghezza, all’ interno è divisa in una parte centrale, per gli spettacoli e una zona a gradinate, per gli spettatori. Nel corso della storia è stata utilizzata come luogo per i combattimenti tra gladiatori, tra animali feroci e probabilmente anche per il martirio dei cristiani; con l’avvento del cristianesimo è divenuta una cava di pietra, dal suo anello esterno, del quale oggi è visibile solo la parte chiamata ala,  provengono le pietre utilizzate per costruire la seconda cinta muraria della città nel 500 d.C. L’Arena ha ospitato e ospita tuttora, spettacoli teatrali, balletti, concerti e la stagione lirica. Assistere ad uno spettacolo al suo interno è davvero un’esperienza unica, l’atmosfera è quanto mai suggestiva e l’acustica eccezionale.


Via Mazzini


Via Mazzini. La principale arteria pedonale della città, il posto giusto per lo shopping, in cui è concentrata la maggior parte dei negozi, dalle catene ai marchi di lusso.


Torre dei Lamberti


Leone di S. Marco

Piazza Erbe. Dall’Arena, percorrendo via Mazzini, si raggiunge Piazza Erbe, sorta sull’ area che fu del Foro Romano, è la più antica della città e deve il suo nome al fatto di essere stata sede del mercato di frutta e verdura fin dal Medioevo. La piazza è tristemente nota per un evento risalente al 14 novembre 1915, quando tre aerei verniciati in nero sganciarono sulla città diversi ordigni causando proprio in piazza Erbe un centinaio di vittime tra morti e feriti. La piazza è contornata da edifici storici di grande fascino: sul lato nord il palazzo del Comune, la torre dei Lamberti e le case dei Giudici e dei Mazzanti; sul lato ovest palazzo Maffei, sede di un’ interessante collezione di oltre 350 opere, con l’antistante colonna in marmo sormontata dal Leone di S. Marco; sul lato sud la casa dei Mercanti e diverse altre case di origine comunale. Tra i monumenti presenti sulla piazza spiccano: la fontana di Madonna Verona, voluta da Cansignorio Della Scala, composta dall’assemblaggio di pezzi di epoca romana (la vasca in marmo rosa e la statua, che si dice fosse d’oro); la Tribuna o Berlina, dove sedevano i podestà per la cerimonia di insediamento e i priori in occasione del giuramento; la colonna, sormontata da un edicola di epoca trecentesca, nelle cui nicchie sono scolpite figure della Vergine e dei Santi.


Edicola trecentesca in Piazza Erbe


Casa di Giulietta. La storia di Giulietta e Romeo nasce nel 1531 con la novella di Luigi da Porto, probabilmente ispirata alla “Divina Commedia”, dove sono menzionati i Montecchi e i Cappelletti, famiglie medievali in lotta tra loro; i Montecchi furono realmente una famiglia veronese parte delle lotte politiche del tempo, mentre i Cappelletti furono guelfi originari di Cremona. La novella inizia a diffondersi, da Verona giunge in Francia e poi in Inghilterra, dove Shakespeare la mette in scena nel 1596 con il titolo di “The most excellent and lamentable tragedy of Romeo and Juliet”. Intorno alla metà del ‘500 si ipotizza che un sarcofago medievale rinvenuto nel giardino della chiesa di San Francesco al Corso, nominato nella novella di da Porto come luogo di sepoltura di Giulietta, possa essere proprio la tomba della ragazza in questione, così inizia il mito. La casa torre in via Cappello 23, proprietà della famiglia Cappello, che non ha niente a che fare con la famiglia Cappelletti, ha origini medievali e nei secoli fu sede di una locanda e di botteghe artigiane; alla fine del ‘700 la si iniziò ad identificare come dimora di Giulietta e divenne meta di pellegrinaggio per i viaggiatori europei del Grand Tour, ispirati dai versi Shakespeariani che avevano ormai reso immortali le vicende di Romeo e Giulietta. Sarà solo dagli inizi del ‘900 che, a seguito dell’acquisto della casa da parte del Comune, inizierà un processo di restauro per portare gli ambienti ad avere un aspetto rispondente a quella che era l’ambientazione dell’opera letteraria, in particolare con l’aggiunta del balcone; nel ‘72 viene posta la statua nel cortile e nel ‘73 la casa è aperta al pubblico. La casa non è certo difficile da trovare, basterà seguire il fiume di turisti sempre presente in sua prossimità, ma non aspettatevi granché, la visita è tutt’altro che memorabile, molto meglio leggere l’opera di Shakespeare e lasciarsi andare all’immaginazione.


Castelvecchio. Costruito a metà del ‘300 su insediamenti preesistenti come opera fortificata a controllo del fiume Adige è stato adibito nel corso dei secoli a vari utilizzi militari fino a divenire nella prima metà del ‘900 parte dei musei civici cittadini. All’interno sono esposte collezioni di arte che vanno dall’epoca medievale fino al XVIII sec.


L’ Adige attraversa Verona tagliandola in due, di conseguenza la città è caratterizzata dalla necessaria presenza di ponti che ne collegano le diverse zone; i più rappresentativi sono: Ponte Pietra, di origine romana, venne distrutto dai nazisti durante la ritirata nella seconda guerra mondiale, l’esplosione sbalzò pietre e mattoni nel letto del fiume tanto che fu possibile ricostruirlo rispettandone le sembianze originali; Ponte Scaligero, in corrispondenza di Castelvecchio, risalente alla seconda metà del XIV sec. con tre arcate diseguali, subì la stessa sorte di Ponte Pietra, fatto esplodere e poi ricostruito utilizzando i materiali originali finiti nel fiume.


Casa in Piazza Erbe


Piazza dei Signori. Si raggiunge da Piazza Erbe, attraversando l’Arco della Costa. Il punto focale è la centrale statua di Dante che si rifugiò a Verona dopo essere stato esiliato da Firenze. Tutt’intorno palazzi storici: la Domus Nova, la Loggia del Consiglio, il Palazzo degli Scaligeri, signori di Verona dal 1260 al 1387, il Palazzo del Capitano, con la torre d’angolo, collegato al Palazzo della Ragione da un arco che dà accesso al cortile del Mercato Vecchio con la Scala della Ragione. Appena defilata troviamo la chiesa di Santa Maria Antica, con le famose Arche Scaligere: un complesso funerario in stile gotico ospitante le spoglie di alcuni appartenenti alla famiglia dei Della Scala.


Vista da Ponte Pietra


Veronetta. Termine probabilmente coniato da Napoleone con accezione dispregiativa, quando nel 1801 con l’arrivo delle sue truppe la città fu divisa in due: sulla riva sinistra del fiume c’erano gli austriaci e su quella destra i francesi. L’economia di Veronetta era storicamente legata al fiume e, dopo un secolo di abbandono, è iniziata negli anni ‘70 la rinascita, rendendola un quartiere tipico animato da botteghe artigiane, studi di artisti e ristoranti. Salendo lungo il Colle San Pietro si raggiungono i resti del Teatro Romano, risalente al I sec. a.C. dove in estate si svolgono rappresentazioni e festival, con il Museo Archeologico annesso. Proseguendo oltre si arriva a Castel San Pietro (raggiungibile anche con la funicolare) in posizione panoramica. Da non perdere a Veronetta Giardino Giusti con il palazzo nobiliare.


Vista di Castel San Pietro da Palazzo Maffei


Chiese


Basilica di San Zeno Maggiore: nel quartiere di San Zeno è un bellissimo esempio di architettura romanica, al suo interno mirabili pitture e sculture dal XII al XVI sec. tra cui la pala di San Zeno di Andrea Mantegna; 


Duomo di Santa Maria Assunta o Santa Maria Matricolare: complesso architettonico di cui fanno parte S. Giovanni in Fonte, Sant’Elena e il chiostro dei Canonici. La prima basilica paleocristiana fu costruita nell’area occupata attualmente dalla chiesa di S. Elena; la seconda basilica paleocristiana, della quale si rese necessaria la costruzione a causa delle esigue dimensioni della prima, crollò verosimilmente nel VII secolo. La nuova Cattedrale, menzionata come S. Maria Matricolare, venne spostata a sud, nell’area sulla quale insiste l’attuale edificio, danneggiata dal terremoto del 1117 fu restaurata e assunse le dimensioni attuali con la realizzazione dei due protiri romanici.


Basilica di Sant’Anastasia: conserva il nome di una piccola chiesa preesistente di origine longobarda; l’attuale, in stile gotico, è la chiesa più grande di Verona, la cui costruzione è stata possibile grazie all’intervento della famiglia dei Della Scala; all’interno troviamo tre grandi navate sorrette da dodici colonne di marmo rosso di Verona.


Cibi tipici e locali da provare


Corso S. Anastasia


Bollito di carne servito con la pearà, una salsa a base di pane grattugiato, pepe, formaggio e brodo. La Locanda di Castelvecchio, proprio di fronte all’omonimo castello, è nota per il suo carrello di bolliti e arrosti accompagnati da salse e contorni, e se resta ancora un po’ di spazio anche il carrello dei dolci merita qualche assaggio.


Bigoli: spaghetti spessi fatti con acqua, farina e a volte uova, conditi con ragù di anatra ma anche acciughe o verdure.


Risotto all’Amarone.


Pastissada de caval: stufato di carne di cavallo.


Pandoro


Torta russa a base di pasta sfoglia, mandorle e amaretti.


Uno dei ristoranti che preferisco è l’ Alcova del Frate, una piccola enoteca ospitata all’interno di una delle case più antiche della città, nei pressi di Ponte Pietra; ha  qualche tavolo anche all’aperto e propone piatti della tradizione con un tocco di originalità.


Per un brunch in stile internazionale c’è Elk Bakery, a pochi passi dalla casa di Giulietta.


Pasticceria Flego (ha diverse sedi in città): per una pausa dolce o per l’aperitivo.






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