Istanbul
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Decidere dove soggiornare non è semplice, perché ogni quartiere ha le sue qualità, quindi per la mia seconda volta in città, avendo dieci giorni a disposizione, ho optato per una soluzione insolita ma soddisfacente; nella prima metà della vacanza ho scelto l’hotel CVK Park Bosphorus, nel quartiere di Taksim, nella parte più moderna della città, un 5^ davvero splendido con un servizio impeccabile e tutti i comfort del caso (consiglio vivamente di scegliere una camera vista Bosforo, perchè il panorama è mozzafiato), mentre nella seconda parte mi sono spostata a Sultanhmet, la parte più antica della città, al Cronton Design Hotel, un piccolo 5^ di charme a due passi dal mercato delle spezie, molto caratteristico e confortevole, ma ahimè il servizio non è certo al livello di quello della mia prima sistemazione; la posizione è comunque comodissima per raggiungere tutte le attrazioni della città vecchia a piedi ed evitare così di buttare tempo con i taxi o i mezzi pubblici.
Anche la zona di Galata può essere un’ottima scelta: il quartiere è in una posizione centrale, comoda per visitare molte delle principali attrazioni, è pittoresco e sempre animato, grazie ad una grande quantità di negozi e locali, se però siete in cerca di una location tranquilla e un po’ defilata dalle rotte più turistiche, non farà al caso vostro.
Parte asiatica
Non aspettatevi magie, non pensate di entrare in un mondo a sè, anche se è questo l’effetto che può avere nell’immaginario collettivo il passare dal lato europeo a quello asiatico di Istanbul, in realtà il passaggio non presenta soluzione di continuità. Quello che posso dire è che Istanbul ha diverse facce, ci sono quartieri moderni costellati di grattacieli, altri con moschee e bazar antichissimi che sembrano usciti dalle Mille e una notte, ma un unico filo conduttore unisce le diverse zone, ovunque si respira la stessa atmosfera, essenzialmente orientaleggiante, con giusto un tocco d’Europa.
Soggiornando dal lato europeo il metodo più comodo per raggiungere il lato asiatico è il traghetto, ci sono corse ogni mezz’ora e in mezz’ora si raggiunge la meta. Partendo dal Kabatas Pier si può arrivare a Kadiköy, il quartiere più caratteristico; dal molo basta addentrarsi nel saliscendi di viuzze costellate di locali, caffè e pasticcerie che invitano ad entrare già ad un primo sguardo. Ho fatto una sosta da Lil Bake (Caferağa, Bademaltı Sk. no:32/1, 34710 Kadıköy/İstanbul): ha giusto un paio di tavolini all’aperto, posti a sedere all’interno e un grazioso giardino d’inverno sul retro, i croissants, sia dolci che salati, sono squisiti, accompagnati dall’immancabile tè turco. Case pittoresche dall’allure un po’ decadente, la zona del mercato con negozi e bancarelle colmi di prodotti tipici, soprattutto alimentari, il tutto a pochi passi dal mare. Semplicemente lasciatevi trasportare dall’atmosfera allegra e rilassata che si respira nelle vie del quartiere.
Se avete a disposizione più di un giorno per questa bellissima zona vi potrete spingere fino al quartiere di Üsküdar, con le sue chiese, moschee e il Palazzo Beylerbeiy.
Parte moderna - Must to do
Dolmabahçe Palace.
Affacciato sul Bosforo, esattamente di fronte a Üsküdar, è
il primo palazzo di Istanbul ispirato alle regge europee, costruito dal sultano Abdul Mejid I tra il 1843 e il 1856 su progetto degli architetti armeni Garabet Amira Balyan e Nigoğos Balyan, rispettivamente padre e figlio. Il palazzo fu il principale centro amministrativo dell'Impero ottomano dal 1856 al 1922, fatta eccezione per un periodo di venti anni (1889 - 1909) durante i quali fu usato il Palazzo di Yıldız. Dal 1984 è un museo che ripercorre la storia dell'Impero ottomano e della nuova repubblica. Selamlik è la parte che ospita gli uffici amministrativi e gli appartamenti cerimoniali, bellissime la Scala di Cristallo e la Sala del Trono, posta tra gli appartamenti di stato e l’harem, la parte dedicata alla vita famigliare del Sultano, governato dalla di lui madre. Atatürk, il fondatore della Repubblica, passò gli ultimi anni della sua vita nel palazzo e morì nella sua stanza il 10 novembre 1938 alle 9:05. Dopo la sua morte tutti gli orologi del palazzo furono fermati alle ore 9:05 e l'orologio all'interno della stanza di Atatürk ancora oggi è simbolicamente fermo all'ora del decesso del presidente.
È consigliato acquistare in anticipo on line biglietti salta fila, ci sono diversi siti dedicati, la guida fornirà, oltre ai biglietti, alcune informazioni preliminari, poi la visita continuerà all’interno del palazzo in autonomia, con l’ausilio di audio guida.
Piazza Taksim.
Affacciata sulla piazza spicca l’imponente Moschea Taksim e al centro troviamo il monumento dedicato alla commemorazione della nascita della Repubblica Turca, avvenuta nel 1923, progettato dallo scultore italiano Pietro Canonica. Prendendo Istiklal Caddesi, il viale pedonale percorso dai tradizionali tram, sul quale si affacciano palazzi ottocenteschi, negozi e caffè, in un’alternanza di antico e moderno, si raggiunge la medievale torre in pietra di Galata, costruita nel 1348 da Rosso Doria, primo governatore genovese di Galata, che la battezzó Christea Turris (Torre di Cristo). In origine la torre faceva parte delle fortificazioni che circondavano la cittadella di Galata, colonia di Genova sul Bosforo. Da non perdere le vie laterali di Istiklal Caddesi, segnalo in particolare Via Sedar - I Ekrem, con interessanti negozi vintage e di antiquariato e la zona di Cihangir, per i caffè e ristoranti.
Nisantasi.
È un quartiere essenzialmente residenziale in cui spiccano edifici Art Nouveau; lungo Abdi Ipkeçi si trovano i grandi marchi della moda, ma anche locali e ristoranti eleganti. Nel quartiere il Maçka Park offre una bella area verde in cui passeggiare. Degna di nota la Moschea Tesvikiye: l’edifico attuale é stato costruito nel 1853, in sostituzione di una precedente moschea eretta da Selim III e si trova in una zona dove nell’ottocento i sultani partecipavano alle loro escursioni di caccia e tiro, documentate dalle due colonne nel cortile antistante la moschea. Lo stile neo-barocco della moschea ha influenzato l'architettura di Palazzo Dolmabahçe.
Lezione di cucina con Cookistan.
Ho scoperto questa attività per caso, leggendo un articolo sulle attrazioni di Istanbul ed essendo sempre entusiasta di sperimentare la cucina tipica dei luoghi in cui viaggio, ho prenotato la lezione sul sito. È stata una giornata davvero piacevole e divertente, un’esperienza non solo gastronomica, ma anche culturale a tutto tondo, la consiglio vivamente. Il programma è questo: passeggiata alla scoperta dei negozi di specialità alimentari di Kurtulus (un antichissimo quartiere di Istanbul di origine greca, in cui si respira l’atmosfera da villaggio); merenda con tè turco, pani e dolci tipici; preparazione di piatti stagionali (si tratta di preparazioni alla portata di tutti, non è richiesta alcuna abilità culinaria pregressa); pranzo o cena con i piatti preparati; gli avanzi verranno impacchettati e portati a casa.
Parte antica - must to do
Attraversando il ponte di Galata si arriva direttamente alla città vecchia, accolti dalla Yeni Mosque, una delle moschee imperiali ottomane, voluta da Safiye Sultan, prima moglie poi madre del Sultano. A pochi passi si raggiunge il Bazar delle spezie, sempre super affollato, è un’esplosione di colori e profumi. Piuttosto che un mercato in cui fare acquisti lo considero una sorta di museo, perché le montagne di erbe e spezie esposte senza protezione alcuna, difficilmente manterranno intatte le loro caratteristiche, meglio optare per confezioni sigillate.
Piazza Sultan Ahmet, sulla quale si affacciano Santa Sofia e la Moschea Blu, è il centro principale della città vecchia.
Santa Sofia.
In turco Ayasofya, è il simbolo di Istanbul. Fu edificata da Giustiniano, tra il 532 e 537 ed è una perfetta espressione dell’arte bizantina.Tra il 1204 e il 1261 fu sede papale poi, nel 1453, sotto la dominazione Ottomana, venne adibita a moschea e arricchita con quattro minareti, una scuola teologica e una mensa pubblica. Nel 1935 Atatürk trasformò il tempio in un museo e nel 2020 è tornata ad essere una moschea. Santa Sofia è stata costruita nel punto più alto della città e la sua enorme cupola è ben visibile anche a distanza.
Moschea Sultanahmet o Moschea Blu.
Costruita per volere del Sultano Ahmed I tra il 1609 e il 1616, con i suoi sei minareti destò stupori e polemiche, in quanto solo la Mecca ne possedeva un ugual numero. In seguito, per placare gli animi, alla Mecca venne aggiunto un settimo minareto. Il soprannome di Moschea Blu è dovuto alle oltre 20.000 piastrelle di ceramica turchese provenienti dalla città di Nicea, l’attuale Iznik, che rivestono pareti e cupola dell’interno. L'illuminazione della moschea proviene dalle oltre 200 vetrate colorate (in origine i vetri provenivano da Venezia) e dagli enormi lampadari pendenti dal tetto.
Palazzo Topkapi.
Complesso residenzale del sultano ottomano e centro amministrativo dell'Impero ottomano dalla seconda metà del XV secolo al 1856. Enorme, le cose da vedere infinite e le file sempre presenti, quindi mettete in conto non meno di quattro ore per la visita e un certo senso di disorientamento che proverete al termine, ma ne vale davvero la pena perchè ogni cosa al suo interno è unica: vestiti, gioielli, reliquie, padiglioni e appartamenti riccamente decorati. Consiglierei di iniziare la visita dalla parte delle cucine e proseguire in senso antiorario in un crescendo di splendore.
Museo Archeologico.
Giusto a due passi dal Palazzo Topkapi e dal parco di Gülhane, ospita una vasta e interessante collezione di reperti; degni di nota in particolare i numerosi sarcofagi.
Basilica Cisterna.
Cisterna sotterranea retta da colonne originali del VI secolo di grande impatto grazie al gioco di luci che ne illumina l’interno. La visita in sè si esaurisce in tempi brevi, ma la fila all’ingresso è sempre lunghissima, meglio acquistare biglietti salta coda on line.
Grand Bazar
Lo dico subito: lo detesto e mi annoia, ma non posso non menzionarlo nelle principali attrazioni cittadine. In tutta la città le merci contraffatte regnano sovrane e il Grand Bazar non è niente più di un continuum di tutto ciò. Sconfinato, caotico e intricato, è in un certo senso un riflesso della città stessa, ma in una versione che non amo per niente.
Circumnavigando lo sconfinato Grand Bazar si giunge alla Atik Ali Mosque, a Çemberlitas dove è situata anche la colonna di Costantino, eretta nel 330 d.C. in onore dell’Imperatore, in origine era sormontata da una statua che lo raffigurava come Dio del sole, è composta da colonne individuali sovrapposte di tre metri di diametro, ora rinforzate in ferro per ovviare e prevenire i danni del tempo. Poco distante la Sultan Bayezid Mosque, costruita tra il 1501 e il 1506 e poi restaurata nel corso dei secoli a causa di danneggiamenti causati da terremoti e incendi, si affaccia sull’omonima piazza; sulla stessa piazza c’è anche lo splendido edificio della Istanbul University, alle cui spalle troviamo la Süleymaniye , circondata da un giardino ombreggiato. Prendendo Sehzadebasi Caddesi si raggiunge la Sehazade Mosque e, subito dopo, l’acquedotto, dal quale, grazie alla posizione elevata, si ha una bella vista sulla città nuova; proseguendo troviamo la Fatih Mosque alla cui uscita c’è una graziosa via di negozi tipici un po’ distanti dalla massa dei turisti.
Dove e cosa mangiare.
Elenco alcuni dei locali che ho piacevolmente sperimentato, partendo dai caffè/pasticcerie, per poi passare ai ristoranti. Devo comunque dire che il cibo in Turchia è strepitoso, nonostante Istanbul sia una città molto turistica il panorama gastronomico è davvero interessante.
Sirin Firin Bakery. A pochi passi dalla torre di Galata, un locale delizioso che serve dolci non esclusivamente tipici, ma sempre assolutamente strepitosi e non mancano nemmeno i piatti salati.
Coffeetopia. Vicino alla Yeni Mosque è perfetto in primis per gli amanti del caffè, ma non solo, i dolci sono ottimi e l’allure internazionale del locale è molto piacevole.
Lil Bake. Ne ho già parlato nel paragrafo riguardante la partire asiatica, quindi non mi ripeto.
Clementine. Su Istiklal Caddesi si trova questa pasticceria molto carina e accogliente il cui menù non delude affatto.
Hafiz Mustafa 1864. Negozio di dolci e pasticceria con sala da tè, che ha diverse sedi sparse in tutta la città. Il regno della Baklava in tutte le sue versioni.
Osmanlizadeler 1879. Negozio di prodotti tipici e pasticceria con sala da tè con diverse sedi. Anche qui i dolci tipici la fanno da padroni; buoni, ma a mio avviso non all’altezza di quelli di Hafiz Mustafa.
Per gli amanti dei dolci da provare assolutamente a Istanbul, oltre alla Baklava (consiglio di assaggiarne diverse versioni e magari stilare una classifica), la San Sebastián cheesecake… no, non sono confusa sulla geografia, so bene che questo dolce è tipico di San Sebastián in Spagna, ma arrivato in città in anni recenti è diventato un must diffuso nelle migliori pasticcerie, anche in Turchia.
Izaka Terrace. Bellissimo ristorante con terrazza panoramica all’ultimo piano dell’hotel CVK Park Bosphorus con vista mozzafiato sul Bosforo, serve cucina tipica squisita, ma anche sushi.
Yaka Balik. Ristorante di pesce sul Bosforo, con bella vista sulla Moschea Nuova. Il pesce lo si può scegliere direttamente dal carrello che ti portano al tavolo, dove poi viene pesato così da avere un’idea del costo. Cucinato in modo semplice è squisito.
Sur Balik. Sono stata nella sede di Cihangir, ma ne ha anche altre in città; terrazza panoramica all’ultimo piano, stesso format del ristorante precedente: scegli direttamente il pesce freschissimo dal banco. Eccezionale.
Ziyafet kuzu çevirme İstanbul (Hobyar, 34093 Fatih/İstanbul). Ristorante di cucina turca, ambiente semplice, ma curato, da provare assolutamente l’agnello cotto allo spiedo.
Kumiko. Recentissima apertura presso l’hotel CVK Park Bosphorus, ristorante giapponese intimo e raccolto con tavoli anche nel dehor… se la cucina tradizionale vi avesse proprio stancato.
Green Corner Cafe & Restaurant. A dispetto della posizione, in pieno centro di Sultanahmet, a pochi passi da Santa Sofia, che potrebbe far pensare alla solita scadente trappola per turisti, questo locale è un posto perfetto per una pausa, con una veranda e un dehor ombreggiato, serve cocktail ottimi da abbinare con i gözleme, fatti al momento da un’infaticabile signora. I gözleme sono delle piadine turche buonissime, un impasto a base di farina, acqua, olio e sale, tirato a mano su grandi taglieri di legno appoggiati a terra, riempito con varie farciture e cotto su una superficie di metallo rovente.
Parlando della gastronomia turca non si può prescindere dal menzionare tè e caffè, perfetti per chi ama i gusti intensi, seguono metodi di preparazione peculiari che richiedono utensili ad hoc. Da fanatica del tè quale sono, appena rientrata in Italia, ho ordinato on line una teiera turca per cimentarmi nella preparazione del tipico tè, che è stato l’immancabile compagno delle mie giornate di vacanza, giusto per sentirmi ancora un po’ in Turchia.
Street food. Il cibo da strada turco per eccellenza è il Döner, ovvero: “Kebap che gira”, la parola indica il modo di cottura allo spiedo della carne, ma non è il solo, troviamo ovunque venditori di Simit, bagel ricoperti di semi di sesamo, ma anche di pannocchie e castagne arrostite e, non da ultimo, le cozze, provenienti direttamente dal Bosforo, al naturale o ripiene di riso.
Consigli pratici.
Per entrare nelle moschee è necessario togliere le scarpe ed è richiesto un abbigliamento decoroso, con ginocchia, spalle e pancia coperte e, per le donne, anche il capo. Nel caso non abbiate nulla per coprirvi il capo, lo potrete acquistare o vi sarà fornito, a seconda dei casi, all’ingresso. L’ingresso nelle moschee è gratuito e sempre consentito, tranne nelle ore della preghiera, in questo caso sarà accessibile unicamente il cortile esterno antistante l’ingresso.
Queste regole non valgono per Santa Sofia, in quanto è necessario acquistare un biglietto per la visita, che si svolgerà nella sua parte superiore, mentre la parte inferiore è accessibile unicamente ai turchi di religione musulmana.
Per gli spostamenti in città consiglio di servirsi quanto più possibile delle proprie gambe, sicuramente il modo più efficace per esplorare, ma date le dimensioni non esattamente ridotte, dove ciò non fosse possibile, Istanbul ha tram e metropolitana molto comodi, organizzati, puliti ed economici; il taxi potrebbe essere un’alternativa, ma dato l’intenso traffico lo eviterei.
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