Prima volta a Parigi



Sono stata a Parigi parecchie volte, purtroppo però solo per brevi periodi, la classica toccata e fuga. Una vita non basta per una città come Parigi, ma da qualcosa bisogna pur cominciare, quindi voglio condividere un itinerario ideale per la prima volta nella “Ville Lumière”.

Avenue de l’Opera




Partiamo dalla sistemazione: ci sono infinite possibilità, hotel favolosi, per tutti i gusti e tutte le tasche e i quartieri di charme sono numerosi, quindi è scontato dire che la scelta è soggettiva, per quanto mi riguarda però,  l’ Hotel Du Louvre 5* è stato un “coup de coeur “, innanzitutto per la posizione, a pochi passi dal Museo del Louvre e dall’Opéra Garnier, perfetta per raggiungere le principali attrazioni a piedi, ma anche per l’alta qualità dei servizi, il fatto che sia parte della catena Hyatt è una garanzia, è stato rinnovato di recente e le stanze sono confortevoli ed eleganti, si può scegliere la vista sul Louvre, sulla Comédie Française, o sull’Opéra. Dispone di un ottimo ristorante, la Brasserie du Louvre, che propone l’autentica cucina francese di Paul Bocuse in un ambiente dal caratteristico stile retrò e in estate si può approfittare del servizio in terrazza tra la Piazza del Palazzo Reale e il Museo del Louvre; c’è anche un bel bar ristorante più informale, per un pasto veloce o semplicemente per bere qualcosa. Un altro hotel che mi sento di consigliare è il piccolo Hotel de Sèze 4*, nel quartiere della Madeleine, sempre a poca distanza dall’Opera. Camere e suites sono accoglienti e decorate con gusto e quelle in mansarda hanno uno charme particolare. 
 


Giorno 1 

Museo d’Orsay



 Colazione a Le Nemurs (2, Place Colette). Giusto di fronte all’hotel du Louvre, questo bar brasserie merita una sosta per la bella location nella pittoresca Place Colette e per l’ottima colazione in stile francese: baguette con burro e marmellata o pain aù chocolat sono d’obbligo. Per gli appassionati d’arte il museo del Louvre è un richiamo irresistibile (è necessario acquistare i biglietti in anticipo per evitare code infinite), ma ovviamente bisogna preventivare che la visita impegnerà almeno la mattinata, magari selezionando un po’ in anticipo le sezioni che interessano maggiormente, perché se si ha la velleità di esplorarlo con dovizia da cima a fondo, è meglio considerare una vacanza che vada oltre il week end. In alternativa al museo del Louvre, sempre restando in tema di musei, ma dalle dimensioni più contenute, si può optare per il Musée d’Orsey (1, Rue de la Légion d’Honneur), ospitato all’interno dell’antica Gare d’Orsay, espone una mirabile collezione di arte impressionista e post impressionista, o per l’Orangerie, situato all’interno dei giardini delle Tuileries, altro must delle sopra citate correnti pittoriche. Usciti dal Louvre, attraverso i Jardins des Tuileries, arriviamo a Place de la Concorde, la più grande di Parigi, dove troneggia l’obelisco di Luxor. Su uno dei lati della piazza si trova l’Hotel de Crillon, uno dei più lussuosi di Parigi (per chi fosse interessato ad uno soggiorno da mille e una notte). Oltre la piazza raggiungiamo gli Champs-Elysées, dopo un immersione nella cultura, serve alleggerire la giornata passeggiando e perdendosi tra i negozi. Delimitato tra gli Champs-Elysées, Avenue Montaigne e Avenue George V, c’è il triangolo d’oro, la mecca degli appassionati di moda con tutti i principali marchi di lusso e anche alcune delle più belle e costose residenze parigine. Percorriamo i quasi 2 chilometri fino ad arrivare all’ Arc de Triomphe e, se tra shopping e passeggiata ci è venuto appetito, approfittiamo di Ladurée (75, Avenue des Champs-Elisées), l’iconica pasticceria che produce i macarons per eccellenza ed ha anche diverse sale ristorante (praticamente d’obbligo la prenotazione per il pranzo). Dal dolce al salato, qualsiasi scelta è un tripudio del gusto, da assaggiare assolutamente, oltre ai macarons, il pain perdu. Sugli Champs-Elisées, i bellissimi Grand Palais e Petit Palais, entrambi progettati in occasione dell’esposizione universale del 1900, ospitano importanti mostre d’arte; da qui attraversiamo l’Avenue W. Churchill verso il Pont Alexandre III, anch’esso inaugurato nel 1900 per celebrare l’alleanza tra lo Zar Di Russia, Alessandro III e la Francia, collega Grand Palais e Petit Palais all’Hotel des Invalides, sede del museo dell’esercito e noto soprattutto per la tomba di Napoleone Bonaparte. 
 



Giorno 2 

Centre George Pompidou 



 Colazione da Angelina (226, Rue de Rivoli). Un’altra istituzione cittadina, un’elegante pasticceria degli inizi del ‘900 che produce dolci strepitosi e non solo ( per chi fosse in vena di salato il croque monsieur/madame merita davvero). Il locale è perfetto anche per il pranzo o la merenda, preparatevi ad una bella fila, perché sono orari piuttosto affollati, ma ne vale assolutamente la pena. 

Proseguiamo verso il quartiere Marais, dove un tempo si è insediata la comunità ebraica e dov’è tuttora numerosa, in zona troviamo infatti vari ristoranti e pasticcerie kosher. Il quartiere è noto altresì per i negozi di abbigliamento e di design, per le gallerie d’arte e per interessanti musei come  il Centre Pompidou (Place Georges-Pompidou), con l’avveniristica sede costruita  negli anni ‘70 su progetto di Renzo Piano e Richard Rogers, ospitante il museo nazionale d’arte moderna e contemporanea ma anche biblioteche, sale cinema e teatro e un centro di ricerca sulla musica, o il Musée Carnavalet che esplora la storia di Parigi dalla fondazione ad oggi. Percorriamo il viale da Place de La Republique, con il monumento dedicato alla Repubblica, fino a Place de la Bastille, un tempo sede della famigerata fortezza e deviamo poi verso la più intima Place des Vosges, circondata da portici con incantevoli palazzi e il tranquillo giardino al centro. Per la pausa pranzo (a mio giudizio non è al livello di Angelina e Ladurée) c’è la pasticceria Carette, famosa per i suoi dolci ma anche per i panini (mettete in conto un po’ di fila soprattutto all’ora di pranzo) e, se la stagione lo consente, i tavoli all’aperto sotto i portici sono il meglio.

Nel pomeriggio si può procedere verso l’Île de la Cité costeggiando il lungo Senna. Ahimè, dall’incendio del 2019 l’isola non è più la stessa, la maestosa Notre-Dame è stata comunque ricostruita e anche questo è parte della storia della città. A poca distanza il bellissimo palazzo gotico della Conciergerie, nato come palazzo reale, divenuto in seguito prigione, ha avuto tra i suoi ospiti più illustri la regina Maria Antonietta, oggi è in parte sede del palazzo di giustizia. È possibile acquistare il biglietto combinato che prevede anche  la visita della Sainte Chapelle, unica parte sopravvissuta dell’originario Palais de la Cité quando fungeva da residenza dei sovrani, costruita tra il 1241 e il 1248, fu seriamente danneggiata nel corso della Rivoluzione, ma le vetrate rimasero per lo più intatte e all’interno creano un’atmosfera magica. Accanto all’Île de la Cité, la più piccola Île Saint Louis, con l’omonima chiesa.



Giorno 3


Moulin Rouge a Place Pigalle 



Dedicherei questa giornata a Montmarte, uno dei quartieri più pittoreschi, un tempo villaggio a sé, annesso a Parigi solo nel 1860, dimora d’eccezione di famosi artisti impressionisti e post impressionisti come Renoir,  Toulouse Lautrec, Utrillo e sua madre, Suzanne Valadon, solo per citarne alcuni. Prima di raggiungerlo ci rifacciamo gli occhi con le esclusive gioiellerie di Place Vendôme e approfittiamo della vicinanza per ammirare l’Opera Garnier, poi proseguiamo verso la collina, ai cui piedi si trova  Place Pigalle, il quartiere a luci rosse con l’arcinoto Moulin Rouge e i sexy shop. Iniziamo ad inerpicarci per Rue Lepic, costellata di ristoranti tra cui il famoso Moulin de la Galette, ospitato nell’antico mulino, divenuto poi locale ritrovo degli artisti. Per il pranzo, in Rue Lepic c’è Le Pain Quotidien, locale informale e accogliente (ha tantissime sedi in tutto il mondo), propone una cucina internazionale a base di prodotti freschi di ottima qualità, le uova sono tra i piatti forti e c’è anche vasta scelta di piatti vegetariani. 

A poca distanza il cimitero di Montmartre (20, Av. Rachel) accoglie le spoglie di diversi nomi illustri: il fisico Ampère, i musicisti Berlioz e Offenbach, il pittore Degas, la cantante e attrice Dalida, gli scrittori Alexandre  Dumas figlio, Stendhal ed Émile Zola e molti altri; ci sono sepolcri che sono vere e proprie opere d’arte.

 Raggiungiamo sulla sommità della collina (i più pigri potranno approfittare della funicolare per salire) l’imponente basilica in pietra bianca del Sacro Cuore che troneggia su tutta la città: l’interno non è niente di trascendentale, ma il panorama vale il giro.

Scendendo nella parte posteriore della collina si va in Rue St. Vincent, con un angolo di campagna nel cuore di Parigi: l’unica vigna rimasta in città e la Maison Rose (2, Rue de l’Aubrevoir) acquistata agli inizi del ‘900 dalla modella di Picasso Laure Germaine Gargallo che la dipinse in rosa e ne fece una locanda ritrovo degli artisti. La Maison Rose ha resistito al tempo ed è tuttora una locanda di grande fascino che serve cucina tipica


Basilica del Sacro Cuore



Tour Eiffel


Skyline



Non si può nemmeno immaginare di visitare Parigi e andarsene senza aver ammirato la Tour Eiffel in tutta la sua maestosità. Si tratta solo di ferro, tantissimo ferro, eppure ha un fascino indescrivibile, in notturna poi, quando è tutta illuminata, dà il meglio. La si può raggiungere con una bella passeggiata sul lungo Senna, o là si può ammirare durante una crociera sul fiume, magari approfittando per un aperitivo o una cena a bordo del battello, o ancora  dalla terrazza del Trocadéro o, per una vista panoramica con tutta la città, dalla cima di Montmartre.






















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